La comunicazione nella pratica
Avendo imparato la Formula della Comunicazione, esaminiamo ora le parti della comunicazione nella pratica. Con pratica, intendiamo le azioni del fare qualcosa, in contrapposizione a pensieri, idee o piani.
Nel soggetto della comunicazione, abbiamo ciò che chiamiamo un “ciclo di comunicazione”. Ciclo significa i passi che vengono intrapresi, dall’inizio alla fine, di una qualche azione. Per esempio, potreste dire che il ciclo della crescita di un albero sia il seguente: (a) si pianta un seme, (b) lo si annaffia, (c) non appena comincia a crescere, gli si fa prendere un po’ di sole e (d) si continua ad annaffiarlo finché diventa una pianta o un albero.
Prendiamo l’esempio di due persone che si parlano. Per semplificare, chiamiamo le due persone A e B. C’è un ciclo di comunicazione quando A dice qualcosa a B, B comprende e duplica ciò che A ha detto e poi B dà riconoscimento ad A. A riceve il riconoscimento e sa di essere stato udito e compreso. Quello è un ciclo di comunicazione.
Ora esaminiamo cosa succede quando ha luogo una vera comunicazione. Ci sono parti del ciclo di comunicazione che devono essere incluse perché sia una buona comunicazione.
Come abbiamo imparato nella Formula della Comunicazione, abbiamo bisogno di Intenzione e Attenzione, oltre alla Duplicazione, affinché avvenga una buona comunicazione.
Nel primo esempio mostrato nell’illustrazione qui sotto, abbiamo l’intenzione di A. A deve avere dapprima l’intenzione di inviare la comunicazione a B. Quando ciò succede, B deve avere la propria attenzione su ciò che verrà detto, in modo da udirlo.
Per essere una vera comunicazione, deve esserci una Duplicazione da parte di B del messaggio proveniente da A. Diciamo che A dica: “Quella è una macchina rossa”. B deve duplicare ciò che è stato detto e non pensare che A abbia detto: “Quella è una panchina grossa”.
A, ovviamente, al fine di emanare una comunicazione, deve in origine aver rivolto l’Attenzione verso B. E B deve aver messo un po’ di Intenzione verso tale comunicazione, almeno quella di ascoltarla o riceverla.
Vediamo quindi che sia Causa (A) che Effetto (B) hanno Intenzione e Attenzione.
L’altra componente molto importante è la Duplicazione. Possiamo anche chiamarla “accordo”.
La quantità di accordo che c’è tra A e B nell’esempio di comunicazione descritto prima, mostra quanto concordano tra loro.
Prendiamo l’esempio di due persone che parlino di musica che piace a entrambe. Tanto per cominciare c’è una forte duplicazione e un sacco di accordo e possono facilmente capirsi l’un l’altra mentre comunicano sul soggetto delle canzoni che amano ascoltare.
Ma prendiamo, per esempio, un uomo che abbia vissuto tutta la vita nel deserto e non abbia mai visto il mare o un lago. Qualcuno che gli parla delle avventure avute con una piccola barca in un mare in burrasca avrà difficoltà ad ottenere una duplicazione di ciò che viene detto, perché l’uomo del deserto non ha mai visto l’oceano. Le due persone non condividono un accordo fino a che, magari, all’uomo del deserto non viene mostrata un’immagine o, meglio ancora, un video o un film, del mare.
Così abbiamo la regola secondo cui B, nel ruolo di Effetto, deve Duplicare ciò che è stato detto da A, come Causa, anche in piccola parte, per permettere che abbia luogo il primo passo del ciclo di comunicazione.
Quando B comprende ciò che A ha detto e gli dà un riconoscimento, allora A diventa Effetto e deve Duplicare ciò che arriva da B perché la comunicazione possa concludersi. Se si fa così, è probabile che A e B s’intendano piuttosto bene.
Prendendo l’esempio di cui sopra, supponiamo che abbiate mostrato all’uomo del deserto alcune immagini e anche un breve filmato del mare. Potreste poi produrre una duplicazione di ciò che stavate dicendo ed essere in grado di portare avanti una comunicazione con lui, descrivendogli come il vento possa far muovere l’acqua formando delle onde, proprio come il vento può far spostare la sabbia del deserto. Lui lo afferra e dice: “Okay, ho capito”.
Se questa Duplicazione non ha luogo in B e quindi anche in A, il ciclo di comunicazione rimane incompleto.
Se, per esempio, B non Duplica per niente ciò che viene detto da A, il primo passo della Formula della Comunicazione non viene raggiunto e potrebbe aver luogo una gran quantità di spiegazioni e discussioni.
Diciamo che l’uomo del deserto pensi che stiate parlando di un cammello quando gli dite di aver navigato in mare con una barca e che la barca sbalzava da una parte all’altra. Diciamo che non vi Duplichi affatto. Quindi, quando gli dite che potreste semplicemente legare la barca e lasciarla lì quando avete finito e non dobbiate mai nutrirla o darle da bere (cosa che invece lui deve fare col cammello ogni giorno, dopo averci viaggiato in groppa), lui potrebbe turbarsi nel tentativo di capire come la barca possa rimanere viva senza una cura appropriata.
Poi, se A non Duplicasse ciò che viene detto da B, quando B è Causa e parla ad A, questo provocherebbe lo stesso problema e renderebbe incompleto il ciclo di comunicazione. E, ancora una volta, la Duplicazione verrebbe a mancare.
Per esempio, l’uomo del deserto inizia a parlare con la persona sui diversi tipi di sabbia del deserto quando la persona non sa niente sull’argomento e non ha nemmeno mai visto un deserto.
Una volta che tutti i passi del ciclo di comunicazione sono completi, la conseguenza sarà che A e B si comprendono a vicenda e se la cavano bene. Ma se dei passi vengono lasciati incompleti, A oppure B, o entrambi, resteranno in attesa del completamento dei passi. In questo modo, la comunicazione causa turbamento e diventa dannosa.
Per esempio, se doveste chiedere l’ora a qualcuno e la persona non vi rispondesse, vi sentireste turbati per non essere riusciti a completare il ciclo di comunicazione.
Un ciclo di comunicazione incompleto genera ciò che si potrebbe chiamare “fame di risposte”. L’individuo che aspetta un segnale che indichi che la sua comunicazione è stata ricevuta inizierà ad accettare qualunque comunicazione gli arrivi. Quando qualcuno ha atteso, per lunghissimo tempo, risposte che non sono mai arrivate, accetterà qualunque tipo di risposta, da qualunque parte provenga, nello sforzo di porre rimedio all’assenza di risposte.
Quindi, nella buona comunicazione è importante completare sempre il ciclo di comunicazione e includere tutte le parti della Formula della Comunicazione.
Ma si può anche causare un turbamento quando viene data una risposta che non ha niente a che vedere con ciò di cui si parla, come ad esempio quando qualcuno sta solo cianciando o blaterando continuamente, oppure quando non viene data alcuna risposta. Immaginate se chiedeste l’ora alla persona e lei dicesse che fa troppo caldo e si sente a disagio.
La comunicazione stessa è dannosa solo quando una comunicazione proveniente da Causa è improvvisa e non ha niente a che vedere con ciò che sta accadendo o che viene discusso al momento. Quando questo accade, due parti della formula, Attenzione ed Intenzione, vengono ignorate.
Un esempio di ciò potrebbe essere quando state parlando a un gruppo di persone di quanto sia bello il campo con tutti quei fiori e quegli alberi e, improvvisamente, una delle persone del gruppo inizi a lamentarsi dell’aumento del prezzo del petrolio e di quanto sia costoso guidare un’automobile.
Anche l’“interesse” è una parte importante della comunicazione. Interessato significa che si presta attenzione a qualcosa. Interessante significa che si fanno delle cose per ottenere e mantenere l’attenzione di qualcuno.
In una buona comunicazione A è interessato e ha Intenzione di interessare B. B, affinché gli si parli, diventa interessante. Analogamente, quando B emana una comunicazione è interessato, ed A è interessante. Qui abbiamo, come parte della Formula della Comunicazione (ma una parte meno importante) il continuo spostamento di A e di B, dall’essere interessato all’essere interessante.
La Causa è interessata. L’Effetto è interessante.
Di maggiore importanza è invece il fatto che l’intenzione di A di essere ricevuto da B renda necessario che A sia Duplicabile (in grado di essere duplicato). Se A non è affatto duplicabile, allora, naturalmente, la sua comunicazione non sarà ricevuta da B, poiché B, essendo incapace di duplicare A, non può ricevere la comunicazione.
Per esempio, supponiamo che A parli cinese, mentre B capisca solo il francese. Se A vuole farsi Duplicare da B, che parla solo il francese, deve anch’egli parlare francese.
O, per esempio, se steste parlando a un giovane per spiegargli come funziona qualcosa, si potrebbero usare parole semplici e persino pezzi di un oggetto o schizzi (semplici disegni), così che possa seguire e duplicare ciò che state dicendo.
Per riassumere, se tutte le parti della Formula della Comunicazione vengono incluse e il ciclo di comunicazione stesso è completato, avrete una buona comunicazione e verrete compresi dagli altri. Questa è la via per accrescere la felicità e il successo.
E, ricordate, un uomo è morto nella misura in cui non può comunicare. È vivo nella misura in cui può comunicare.